Aggiornati i dati statistici relativi alle dieci sezioni della Banca dati: Demografia, Economia e innovazione, Formazione, Ambiente e sicurezza, Mobilità, Sanità e assistenza, Trasformazioni urbane, Cultura, Transizione digitale, Transizione ecologica
La banca dati mette a disposizione degli utenti i dati statistici prodotti e raccolti negli anni dal gruppo di ricerca del Rapporto Giorgio Rota, allo scopo di creare un quadro statistico credibile e aggiornato delle evoluzioni socioeconomiche di breve e di medio-lungo periodo nell'area torinese e - per confronto - in altre aree metropolitane italiane e straniere. Per ciascuna sezione, oltre ai dati statistici, sono a disposizione degli utenti un breve commento, un glossario, un elenco di link per consultare ulteriori dati o rapporti di ricerca.
Torino (e le metropoli italiane) ai tempi del Covid
Impatti sociali, economici e ambientali
Dopo tre anni di pandemia, e dopo quasi un anno dal ritorno della guerra in Europa, è tempo di un primo bilancio sugli impatti sociali ed economici che questi tragici eventi hanno prodotto – e stanno producendo – sui territori, sulle città e, tra queste, su Torino.
L'Atlante – frutto di un lavoro di quasi due anni, che ha coinvolto un centinaio di persone tra ricercatori, grafici, soggetti – vuol combinare correttezza scientifica e racconto divulgativo, rivolgendosi ad attori locali, esperti, cittadini interessati ad approfondire i tanti temi che definiscono il sistema urbano torinese formato dal capoluogo e dai 14 comuni della cintura.
Nel corso degli ultimi anni ci sono stati alcuni cambiamenti nella raccolta dei dati sugli impieghi bancari da parte della Banca d’Italia che hanno prodotto due discontinuità statistiche rispetto al passato: la prima (giugno 2010) generata dall’introduzione della nuova codifica Ateco 2007 per la classificazione dei settori di attività produttivi e da una diversa modalità di conteggio dei prestiti cartolarizzati; la seconda (giugno 2011) dovuta al fatto che ora le statistiche includono anche i valori segnalati dalla Cassa Depositi e Prestiti. Fonte: Banca d'Italia